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Data aggiornamento: 2011/07/18
Codice sito fa1020 Codice archivio 15251
Argomento Etica pratica
Domanda concisa
Come si può guidare un individuo irreligioso?
Domanda
Io ho un’amica che si è allontanata dalla religione e si trova in uno stato di deviazione. Prima era una ragazza dal cuore buono e con taqwa (timore reverenziale), e forse lo è ancora , però ha bisogno di un aiuto speciale. Io a volte mi sento in colpa e vedo che sua madre sta soffrendo. Potete consigliare delle pratiche particolari per lei?
Risposta concisa
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Risposta dettagliata

La miglior soluzione che si può presentare a questo tipo di persona è il seguente:

1.     Fatele capire che tutti i doni che Iddio ci ha dato, come la creazione e altri doni che sono in nostro possesso, sono segno dell’amore di Dio verso di noi; quindi perché dobbiamo fuggire da Dio? Se un giorno Iddio dovesse privarci di queste grazie, noi o altri avremmo la capacità di far ritornare o creare questi beni? Inoltre l’obiettivo di Iddio l’Altissimo con l’invio dei profeti e della religione, non è forse che l’essere umano raggiunga la beatitudine? Secondo gli psicologi è certo che la maggior parte delle malattie psicologiche e dei disturbi mentali, come la mancanza di volontà, è presente tra gli individui irreligiosi e coloro che non hanno inclinazione per le questioni spirituali. Alexis Carrel, l’autore del libro L'Uomo, questo sconosciuto, in un articolo scrive: “L’essere umano con le suppliche e la preghiera può produrre in sé un’energia incredibile. Nella mia professione medica ho visto individui avviliti che si sono salvati dalla malattia grazie alla forza delle suppliche. Attraverso queste l’umanità può aumentare la propria energia limitata, affidandosi ad una fonte illimitata”[1]. In conclusione è razionale che l’essere umano fugga dalla propria beatitudine? Tale fuga non costituirà un declino e una complicazione?

2.     Se la causa della sua irreligiosità è l’inquinamento dell’anima causato dal peccato, deve purificare il proprio spirito tramite le vie proposte dai sapienti di etica, come stabilire delle condizioni, controllare le proprie azioni e valutarle. Stabilisca cioè con se stessa la condizione di non peccare, controlli le azioni che compie e le valuti in modo da diminuire gli errori e finire con l’astenersi completamente da essi. Chi vuole compiere un’azione compiendo un peccato, quello che perderà sarà maggiore di ciò che guadagnerà, e s’imbatterà più velocemente in ciò da cui fuggiva[2].

3.     Se la causa della sua irreligiosità è l’ambiente in cui vive e, un’amicizia sbagliata, riflettendo e prendendo decisioni in modo razionale, deve sapere che un‘amica che allontana una persona da Dio, non vuole il suo bene.

4.     Se il motivo dell’irreligiosità di questa persona è che considera le regole della religione difficili e limitanti, bisogna dire che la religione si basa sul nostro bene e consideriamo difficili e limitanti le sue norme, poiché non ne conosciamo la filosofia. Ad esempio quando dei genitori vietano ad un figlio di compiere un gioco pericoloso, nonostante questo divieto sembri limitante e difficile per il bambino, in realtà esso sarà a suo vantaggio.

5.     Se si è allontanata dalla religione per ostinazione e ripicca verso il comportamento di coloro che le sono vicino, costoro devono invitarla alla religione creando un legame affettivo e incoraggiandola, evitando di rompere i legami o di utilizzare la violenza e la forza.

Per approfondire l’argomento confrontate i seguenti testi:

1.     Alì Asghar Zahiri, Tanhay, lezzat va eshq.

2.     Porsesh-ha va pasokh-ha, Nahad-e namayandeghi-e Vali-e faqih, vol. 9.

3.     Imam Khomeini, Cehel hadìth.

4.     Mizan al-Hikmah.

5.     Morteza Motahhari, Hekmat-ha va andarz-ha.



[1] Riportato dal libro Tanhay, lezzat va eshq, pag. 22.

2] Mizan al-Hikmah, vol. 4, pag. 1884, hadìth 6553.

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