1. In arabo 'abd comprende più significati:
i. colui che adora e obbedisce,
ii. il servo e schiavo.
2. L’alto rango e livello dei puri Imam (A), hanno spinto alcuni loro devoti a utilizzare nomi quali 'Abd al-Husayn, 'Abd al-'Alì, ecc. per esprimere il loro affetto.
3. Servire non riguarda solo le questioni terrene e quotidiane, ciò che ha più importanza e valore, è mantenere viva la condotta della propria guida e seguirla; infatti anche se il suo corpo non è più fra noi, la sua anima è viva e vede le nostre azioni.
4. Lo scopo di chiamare i figli con tali nomi (come 'Abd al-Husayn), dev’essere solo quello di esprimere devozione e prestare servigi; se invece si utilizza col significato di adorare, diventa politeismo e causa l’ira di Dio.
5. Questi nomi non sono presenti nei libri di storia e gli Imam (A) raccomandavano nomi quali Alì, Muhammad e 'Abd al-Rahman.
In arabo 'abd ha più significati:
i. colui che adora, che esprime la sua adorazione, umiltà e obbedienza di fronte al suo Dio,
ii. il servo e schiavo.[1] (in altre fonti è impiegato col significato di servitore)
Nella letteratura araba entrambi i significati sono d’uso corrente. Anche nel Corano, un valido esempio di letteratura araba, sono utilizzati:
- Primo significato: “O uomini, adorate il vostro Signore Che ha creato voi …”[2].
“… [Ma Gesù] disse: «In verità sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura …”[3].
In questi versetti Iddio considera solo Se stesso degno di adorazione.
- Secondo significato: “Allah vi propone la metafora di un servo, uno schiavo senza alcun potere, e di un uomo al quale abbiamo dato risorse notevoli e delle quali, in pubblico e in privato, fa elemosine. Sono forse uguali? Lode ad Allah, ma la maggior parte di loro non lo sa”[4], in questo versetto l’impotenza degli idoli di fronte al potere immenso di Dio è paragonata a un servo debole e privo di libero arbitrio con un uomo libero, ricco che dona i propri beni.
La magnificenza del rango degli Imam (A) è tale che i musulmani, in particolare gli sciiti, li glorificano e dimostrano loro il proprio amore in vari modi. Dare ai figli nomi quali 'Abd al-Husayn, 'Abd al-'Alì, ecc., o il corrispondente nella propria lingua, è un modo per esprimere questo affetto verso la Pura Famiglia (A).
Riguardo alla domanda sul bisogno di adoperare questi nomi dopo il martirio degli Imam (A), la risposta è che prima di tutto, servire gli infallibili Imam (A) non necessita che essi siano in vita, anzi tenere vivo il loro ricordo, la memoria della loro via e seguire la loro strada, è un modo di servire più meritorio di quello svolto per loro da un servo quando erano ancora vivi. Secondo, con il loro martirio è deceduto solo il corpo, mentre la loro anima è presente, infatti nelle zyarah degli Imam (A) recitiamo: “Testimonio che tu senti le mie parole e rispondi al mio saluto”[5]. Quindi i “padroni” di questi “servi” non se ne sono andati da non essere più necessario servirli, sono invece vivi, osservatori e consapevoli delle nostre azioni. Terzo punto, servire una persona vuol dire essere anche al servizio dei suoi ospiti, seguaci e pellegrini, sia che egli sia vivo o no, perciò coloro che sono al servizio degli ospiti e dei pellegrini degli Imam (A) sono servi di quest’ultimi.
È degno di nota che servire nel senso di adorare e obbedire è permesso solo nei confronti del Padrone dell’Universo, il Creatore dei cieli e della terra, Iddio l’Altissimo. Considerando il primo versetto sopraccitato (“O uomini, adorate il vostro Signore Che ha creato voi …”[6]) colui che è degno di essere adorato è solo Colui che, prima di tutto, ci ha creati, e quindi ci ha educati. Se qualcuno pertanto utilizza la parola 'abd con l’accezione di adoratore (nei confronti di altri che Iddio) è fuori dall’Islam e dalla fede ed è un politeista.
È quindi necessario, nei contesti in cui sussista la possibilità di essere fraintesi o diffamati, impiegare nomi migliori o i nomi consigliati dagli Imam (A). Per esempio in un hadìth si tramanda che l’imam Sadiq (A) disse al suo interlocutore: “Chiama tuo figlio con un nome che significhi ‘servo di Iddio’… come 'Abd al-Rahman (servo del Misericordioso)”[7]. Inoltre negli hadìth è consigliato il nome Muhammad[8]. È risaputo che l’imam Husayn (A) chiamò tutti e tre i suoi figli Alì[9].
Consultando i libri di storia e trasmissione degli hadìth si può notare che nomi quali 'Abd al-A'la, 'Abd al-Majid, 'Abd al-Salam, ecc.[10], sono molto utilizzati, invece nomi quali 'Abd al-Husayn e simili non erano consueti in passato e non sono presenti in questi libri; quando però, la grandezza degli Imam (A) divenne palese, si ottenne libertà di espressione e fu possibile esprimere il proprio affetto verso di loro, si iniziò a far uso di questi nomi.
Si può quindi concludere che nomi quali 'Abd al-Alì, 'Abd al-Ridha, ecc., vengono dati per dimostrare di essere pronti a servire ed esprimere il proprio affetto nei confronti degli Infallibili (A), che sono possibili anche dopo la loro morte. Chiamare con questi nomi in luoghi in cui non sussista il rischio di essere accusati di politeismo non è un problema, anche se si potrebbe usare nomi migliori, consigliati dagli Imam (A) stessi. Evitando di utilizzare questi nomi, non si offre la possibilità di calunniare a coloro che cercano un pretesto per farlo.
[1] Primo significato: Maqayis al-Lughah, vol. 4, pag. 205; al-Munjid, pag. 486. Secondo significato: Maqayis al-Lughah, vol. 4, pag. 205; al-Munjid, pag. 483. Significato di servitore: Maqayis al-Lughah, vol. 4, pag. 205; al-Munjid, pag. 483.
[2] Sacro Corano 2:21.
[3] Sacro Corano 19:30.
[4] Sacro Corano 16:75.
[5] Zyarat dell’imam Ridha (A), Mafatih al-Jinan.
[6] Sacro Corano 2:21.
[7] Wasa'il al-Shi'ah, vol. 7, pag. 125.
[8] Ibidem.
[9] Alì Akbar, Alì Awsat, Alì Asghar.
[10] Mu'jam al-Thiqat, vol. 9, pp. 254-356 e voll. 10-11.