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fa22457
Codice archivio
48106
Domanda concisa
Qual è la norma che regola la depilazione femminile delle sopracciglia? E di fronte al marito?
Domanda
Salam alaykum, perché i sunniti dicono che la depilazione femminile delle sopracciglia è haram, perfino se è fatta per il marito, e bisogna pentirsi? Questa fatwa è corretta? Vorrei giungere a una risposta corretta e soddisfacente in base al parere religioso sciita.
Risposta concisa
L'atto di depilare le sopracciglia per le donne, di per sé, non presenta problemi. Nell'Islam è considerato meritorio truccarsi per il marito e una donna che trascuri il trucco e l'abbellirsi per il marito, è biasimata. Pertanto i giurisperiti sciiti, nonostante incitino le donne a rispettare tale questione, non permettono di mostrare questo trucco a chi non è mahram. Dicono che le donne hanno il dovere di coprire i propri abbellimenti in presenza di non-mahram.
Risposta dettagliata
Truccarsi per il marito, non solo non presenta problemi, in realtà nell'Islam è considerato meritorio. Una donna che trascuri di truccarsi e farsi bella per il marito, è biasimata[1]. Questo gesto permette al nucleo famigliare di diventare più accogliente, più gradevole. Probabilmente, quel gruppo di sapienti che considera il trucco e l'abbellirsi della donna (tra cui la depilazione delle sopracciglia) haram in modo assoluto (perfino per il marito), ha dedotto la propria opinione da alcuni hadìth. Per esempio in un hadìth si narra che il Profeta dell'Islam (S) maledisse otto categorie di donne; esse sono: namisah, muntamasah, washirah, mustawsharah, wasilah, mustawsalah, washima e mustawshamah.
Il narratore dice: “Namisah è colei che depila il viso delle altre, mentre muntamasah è la donna il cui viso viene depilato. Washirah è colei che lima i denti di un'altra, li divide e li affila, mentre mustawsharah è la donna su cui viene eseguita tale operazione. È definita wasilah colei che applica i capelli di una donna ai capelli di un’altra, mentre mustawsalah è colei alla quale sono stati applicati i capelli di un’altra donna. Viene definita washimah colei che esegue dei tatuaggi sulle mani o altri parti del corpo femminile. Tale operazione avviene in questo modo: in principio viene applicato un ago su una determinata superficie del palmo o del dorso della mano, oppure un altro punto del corpo femminile, in questo modo si formano dei pori che vengono poi riempiti di kajal o altra sostanza. Il risultato è un colore verde. Mustawshamah è una donna tatuata in questo modo”[2].
In generale, se ci limitiamo a considerare soltanto questo hadìth, esso esprime il seguente concetto: le donne non possono assolutamente truccarsi e abbellirsi. Tuttavia, consultando i discorsi della Famiglia dell'Inviato di Dio (A), si ricava il significato di tale tipo di hadìth. Per esempio in un hadìth all'imam Baqir (A) fu chiesto riguardo al qaramil (ciuffo di capelli finti, composto di capelli, pelo o seta, che le donne indossavano sul proprio capo e applicavano ai propri capelli)[3], quel Nobile rispose: "Non c'è problema se la donna si abbellisce per il proprio marito".
Il tramandatore riporta di aver detto a quel Nobile che era pervenuto un hadìth del Profeta (S) in cui egli malediceva la "wasilah” e la “mawsulah". Quel Nobile rispose: “Non è cosi. L'Inviato di Dio (S) ha maledetto quella wasilah che da giovane si prostituiva e in età avanzata faceva incontrare le donne e gli uomini corrotti”[4].
In un altro hadìth Abu Basir riporta: “Chiesi all'imam Baqir (A) in merito all’abbellirsi delle donne (compresa la depilazione dei peli del viso) per i propri mariti. Egli replicò: «Nessuna di queste cose costituisce un problema»”[5].
Pertanto non può essere considerato haram qualsiasi trucco o abbellimento. In realtà è considerato peccato l'abbellimento che crea corruzione e dissolutezza sociale ed è destinato ad altri che il marito. Quindi i giurisperiti sciiti invitano sì le donne a truccarsi per i propri mariti, ma non ritengono permesso mostrare questo trucco abbellente ai non-mahram, dicendo che le donne hanno il dovere di coprire le proprie bellezze davanti a loro[6].
È degno di nota che la depilazione delle sopracciglia di per sé, non è un problema[7]. Riguardo al fatto che questo gesto sia considerato un abbellimento (da essere obbligatorio coprirlo in presenza di non-mahram) o no, le opinioni dei giurisperiti differiscono:
1. Alcuni[8] permettono di mostrare quella parte dell'abbellimento che è nei limiti dell’uso comune e dicono che non è obbligatorio coprire le sopracciglia in presenza di non-mahram[9].
2. Alcuni[10] considerano la depilazione delle sopracciglia un abbellimento e obbligatorio coprirle di fronte a non-mahram[11].
3. Altri[12] ancora condizionano la questione all'uso comune affermando: se viene considerato un abbellimento, devono coprirlo di fronte ai non-mahram[13].
Nota: Se la depilazione delle sopracciglia e del viso attira l'attenzione di non-mahram, sì da creare corruzione, è obbligatorio coprirli[14].
Il narratore dice: “Namisah è colei che depila il viso delle altre, mentre muntamasah è la donna il cui viso viene depilato. Washirah è colei che lima i denti di un'altra, li divide e li affila, mentre mustawsharah è la donna su cui viene eseguita tale operazione. È definita wasilah colei che applica i capelli di una donna ai capelli di un’altra, mentre mustawsalah è colei alla quale sono stati applicati i capelli di un’altra donna. Viene definita washimah colei che esegue dei tatuaggi sulle mani o altri parti del corpo femminile. Tale operazione avviene in questo modo: in principio viene applicato un ago su una determinata superficie del palmo o del dorso della mano, oppure un altro punto del corpo femminile, in questo modo si formano dei pori che vengono poi riempiti di kajal o altra sostanza. Il risultato è un colore verde. Mustawshamah è una donna tatuata in questo modo”[2].
In generale, se ci limitiamo a considerare soltanto questo hadìth, esso esprime il seguente concetto: le donne non possono assolutamente truccarsi e abbellirsi. Tuttavia, consultando i discorsi della Famiglia dell'Inviato di Dio (A), si ricava il significato di tale tipo di hadìth. Per esempio in un hadìth all'imam Baqir (A) fu chiesto riguardo al qaramil (ciuffo di capelli finti, composto di capelli, pelo o seta, che le donne indossavano sul proprio capo e applicavano ai propri capelli)[3], quel Nobile rispose: "Non c'è problema se la donna si abbellisce per il proprio marito".
Il tramandatore riporta di aver detto a quel Nobile che era pervenuto un hadìth del Profeta (S) in cui egli malediceva la "wasilah” e la “mawsulah". Quel Nobile rispose: “Non è cosi. L'Inviato di Dio (S) ha maledetto quella wasilah che da giovane si prostituiva e in età avanzata faceva incontrare le donne e gli uomini corrotti”[4].
In un altro hadìth Abu Basir riporta: “Chiesi all'imam Baqir (A) in merito all’abbellirsi delle donne (compresa la depilazione dei peli del viso) per i propri mariti. Egli replicò: «Nessuna di queste cose costituisce un problema»”[5].
Pertanto non può essere considerato haram qualsiasi trucco o abbellimento. In realtà è considerato peccato l'abbellimento che crea corruzione e dissolutezza sociale ed è destinato ad altri che il marito. Quindi i giurisperiti sciiti invitano sì le donne a truccarsi per i propri mariti, ma non ritengono permesso mostrare questo trucco abbellente ai non-mahram, dicendo che le donne hanno il dovere di coprire le proprie bellezze davanti a loro[6].
È degno di nota che la depilazione delle sopracciglia di per sé, non è un problema[7]. Riguardo al fatto che questo gesto sia considerato un abbellimento (da essere obbligatorio coprirlo in presenza di non-mahram) o no, le opinioni dei giurisperiti differiscono:
1. Alcuni[8] permettono di mostrare quella parte dell'abbellimento che è nei limiti dell’uso comune e dicono che non è obbligatorio coprire le sopracciglia in presenza di non-mahram[9].
2. Alcuni[10] considerano la depilazione delle sopracciglia un abbellimento e obbligatorio coprirle di fronte a non-mahram[11].
3. Altri[12] ancora condizionano la questione all'uso comune affermando: se viene considerato un abbellimento, devono coprirlo di fronte ai non-mahram[13].
Nota: Se la depilazione delle sopracciglia e del viso attira l'attenzione di non-mahram, sì da creare corruzione, è obbligatorio coprirli[14].
[1] Rasul Jafaryan, Rasa'il Hijabiyyah, vol. 2, p. 1128, Dalil-e ma, Qom, 2a ed., 1428 AH. Per maggiori informazioni potete consultare l'indice: 850, (I doveri delle donne nei confronti degli uomini) in questo stesso sito (in persiano).
[2] Muhammad ibn Alì Ibn Babiwayh, Ma'ani al-Akhbar, p. 249, revisore Ali Akbar Ghaffari, Daftar-e entesharat-e eslami, Qom, prima stampa, 1403 AH.
[3] Mubarak ibn Muhammad Jazari ibn Kathir, Al-Nihayat fi Gharib al-Hadith wa al-'Athar, vol. 4, p. 51, Mo'assese-ye matbu'ati Esma'ylyan, Qom, prima stampa, s.d.
[4] Muhammad ibn Ya'qub Kulayni, Al-Kafi, correttore Alì Akbar Ghaffari e Mohammad Akhundi, vol. 5, p. 118, capitolo 119, hadìth 3, Nashr-e Dar al-kutub al-islamiyyah, quarta, Teheran, 1407 AH.
[5] Shaykh Muhammad ibn Hasan Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 20, p. 189, hadìth 25390, Nashr-e Mu'assisat Al al-Bayt, prima, Qom, 1409 AH.
[6] Mohammad Taqi Bahjat, Istifta'at, vol. 4, p. 175, quesito 5201, Ufficio dell'ayatollah Bahjat, Qom, prima, 1428 AH.
[8] Gli ayatollah: Khomeini, Sistani, Makarem Shirazi, Nuri Hamedani e Tabrizi.
[9] Sito dell'ayatollah Sistani (sistani.org), sezione dei quesiti, voce zinat (abbellimento), quesito 17; Naser Makarem Shirazi, Estefta'at-e Jadid, vol. 2, p. 351 quesito 151 e 1034, Entesharat-e Madrese-ye Emam Alì ibn Abi Talib (A), Qom, seconda, 1427 AH; ayatollah Nuri Hamedani, Estefta'at, vol. 1, quesito 491 e 542; Seyyed Ruhallah Khomeini, Estefta'at, vol. 3, p. 257, quesiti 33 e 34, Daftar-e Entesharat-e Eslami vabaste be Jame'e-ye modaressin, Qom, quinta, 1422 AH; Javad Tabrizi, Estefta'at-e Jadid, vol. 2, p. 360, quesito 1490, Qom, prima, s.d.
[10] Ayatollah Safi Golpayegani.
[11] Lotfollah Safi Golpayegani, Jami' al-Ahkam, vol. 2, p. 163, quesito 1683, Entesharat-e Hazrat-e Ma'sumeh (a), Qom, quarta 1417 AH; Ufficio dell'ayatollah Bahjat.
[12] Gli ayatollah: Khamenei, Fazel Lankarani, Bahjat e Vahid Khorasani.
[13] Responso dell'ayatollah Khamenei estratto dall'indice 598; Mohammad Fazel Lankarani, Jami' al-Masa'il, vol. 1, p. 451, quesito 1708, Entesharat-e Amir-e Qalam, Qom, undicesima, s.d.; Mohammad Taqi Bahjat, Estefta'at, vol. 4, p. 208, quesito 534, Daftar-e hazrat-e ayatollah Bahjat, Qom, prima 1428 AH; quesito posto all'ufficio dell'ayatollah Vahid Khorasani.
[14] Seyyed Ruhallah Musavi Khomeini, Estefta'at, vol. 3, p. 256, Daftar-e entesharat-e eslami, Qom, quinta, 1422 AH.