Please Wait
5813
- compartecipazione
Da questo hadìth si deduce che nel giungere all’unicità di Dio, l’essere umano viene iniziato all’infallibilità e all’immunità, ma senza prima aver accettato la wilayah, che in qualità di specchio riflette Iddio, non è possibile raggiungere tale posizione.
Per capire a fondo questo concetto è necessario studiare con attenzione alcuni punti:
- Se si dice che la wilayah appartiene a Iddio, significa che Iddio è con tutte le creature. Se si dice che un essere umano ha raggiunto il grado della wilayah, significa che tra i vari livelli del viaggio spirituale e contemplativo di Dio, ha raggiunto un livello in cui non esiste alcun tipo di velo tra lui e Iddio, ed è giunto a un grado di assoluta sottomissione a Dio.
- Tutti gli esseri, in base alla loro estensione o restrizione esistenziale, godono della wilayah e sono una sua manifestazione. Perciò “la prima creatura” che è il velo e la creatura più vicina alla Sacra Maestà Divina (Iddio), gode della wilayah assoluta e totale di Dio.
- La “prima creatura” è “al-haqiqat al-muhammadiyyah”, cioè la realtà del Profeta (S) e della Gente della Casa (A), quindi gli Imam infallibili (A) godono della wilayah totale. È chiaro che l’essere umano sulla via della perfezione e dell’arco ascensionale, può accantonare gli ostacoli di fronte a sé e separarsi da tutte le espressioni di egocentrismo e legami mondani, e addirittura spirituali, per fondersi con Dio e raggiungere il grado di annichilamento. In questo stato egli dimentica se stesso, dissolvendosi nella bellezza dell’Amato e qualunque cosa guardi, vede solo Lui e null’altro, avanza a tal punto da eliminare la dualità, arriva allo stadio dell’unicità assoluta e diventa lo specchio di tutto l’aspetto divino, gode della wilayah totale e Iddio appare in una manifestazione completa.
- L’unicità divina è ciò che riflette il “velo più vicino” in veste di specchio; l’entrata in tale mondo è condizionata dal passaggio per la wilayah, ossia nessuno nell’ascensione raggiunge la conoscenza e la vicinanza all’Essenza più sacra, se non attraverso questo grande specchio e segno, poiché la luce e i raggi di questo Sole accecano la vista di ogni spettatore e non si può vedere la Sua bellezza senza uno specchio o un velo. Perciò l’unicità di Dio è la wilayah stessa e la wilayah è identica all’unicità: sono inseparabili.
L’Imam Khomeini (ra) disse: “Lo shaykh gnostico Shah Abadi (ra) disse che la testimonianza di fede nella wilayah è celata nella testimonianza della profezia, poiché la wilayah è il cuore della profezia; io invece ritengo che nella testimonianza di Dio sono accluse queste due testimonianze, e, allo stesso modo, nella testimonianza della profezia sono incluse le altre due testimonianze, così pure la testimonianza nella wilayah comprende le altre due …”
Noi crediamo quindi che per comprendere e conoscere ognuno degli attributi divini non esista altra via che conoscere gli Infallibili (A) e stabilire un legame con loro; per esempio per sapere se Dio approva un’azione che compiamo, non c’è altro modo che dedurre l’approvazione o il dissenso della Gente della Casa (A).
L’imam Ridha (A) nell’hadìth Silsilat al-zahab disse che Dio affermò:
"لَا إِلَهَ إِلَّا اللَّهُ حِصْنِي فَمَنْ دَخَلَ حِصْنِي أَمِنَ عَذَابِي قَالَ فَلَمَّا مَرَّتِ الرَّاحِلَةُ نَادَانَا بِشُرُوطِهَا وَ أَنَا مِنْ شُرُوطِهَا"
“La frase non c’è divinità all’infuori di Allah è la Mia fortezza, quindi chiunque vi entri è al sicuro dalla Mia punizione”.
Appena fu montato in sella e in procinto di partire, aggiunse a voce alta: “Con le condizioni che la frase non c’è divinità all’infuori di Allah implica, e io sono una di quelle condizioni”[1].
Il significato di questo hadìth è che raggiungendo l’unicità divina, che qui viene rappresentata dalla frase “non c’è divinità all’infuori di Allah”, l’essere umano viene iniziato all’infallibilità e all’immunità e non è possibile arrivare a questo grado senza passare per la wilayah, che in qualità di specchio riflette Iddio”.
Per capire a fondo questo concetto è necessario analizzare con attenzione alcuni punti:
- La wilayah di Dio è un attributo necessario della Sua essenza; la creazione, la crescita e la morte delle creature, ecc., riguardano questa caratteristica.
- Sebbene per il termine wilayah siano stati citati diversi significati, però analizzandoli, possiamo concludere che hanno tutti un significato comune, ovvero: due cose o più siano tali che tra di loro non vi sia nessun velo, ostacolo, distanza e separazione. In altre parole lo stato di unicità tra servo e Dio, amante e amato, che sono inseparabili, viene definito wilayah. Pertanto quando si dice che la wilayah appartiene a Iddio, significa che Iddio è con tutte le creature. Se si dice che un essere umano ha raggiunto il grado della wilayah, significa che tra i vari livelli del viaggio spirituale e contemplativo di Dio, ha raggiunto un livello in cui non c’è alcun tipo di velo egocentrico tra lui e Iddio, ed è giunto a un grado di sottomissione assoluta a Dio. È esattamente per questa vicinanza ed unicità che sia il proprietario che la proprietà, due persone che concludono un accordo, l’amato e l’amante, il vicino, ecc., in lingua araba vengono chiamati wali. Grazie a questa spiegazione è divenuto chiaro che tra le necessità della wilayah ci sono la proprietà e il dominio nella pianificazione, la tutela nelle questioni e l’intermediazione nell’effusione della grazia divina[2].
- Un requisito dell’esistenza di ogni essere è l’esistenza della wilayah, poiché gli esseri, in confronto alla sacra Essenza divina, sono puro legame. La wilayah è dunque presente in tutti gli esseri, però, in base alla loro estensione o restrizione esistenziale, gli effetti della wilayah in essi sono differenti, cioè coloro che godono di un’estensione esistenziale maggiore, usufruiranno anche di una wilayah maggiore; ogni essere, naturalmente in base alla propria estensione o restrizione esistenziale, è una manifestazione di essa. Perciò “la prima creatura” che è il velo e la creatura più vicina alla Sacra Maestà Divina, gode della wilayah assoluta e totale di Dio; l’esistenza, il sostentamento, la vita, la morte, ecc., di ogni essere sono dovuti alla sua (della prima creatura) grazia.
- Questa “prima creatura” viene interpretata come la “realtà di Muhammad”, ossia il Profeta (S) e la sua Famiglia (A)[3]. È per questo che il nobile Alì (A) disse:
"فَإِنَّا صَنَائِعُ رَبِّنَا وَ النَّاسُ بَعْدُ صَنَائِعُ لَنَا"
“Noi siamo opere di Dio e la gente successivamente è opera nostra”[4].
Non è pertanto inverosimile affermare: “Essi sono servi di Dio e la gente è serva loro”[5]. Per tale motivo gli imam Baqir e Sadiq (A) dissero:
"وَلَايَتُنَا وَلَايَةُ اللَّهِ الَّتِي لَمْ يَبْعَثْ نَبِيّاً قَطُّ إِلَّا بِهَا"
“La nostra wilayah è la wilayah di Dio e tutti i profeti sono stati investiti a profeta con quella wilayah”[6].
È chiaro che il significato di questa frase non è la presenza materiale e storica degli Imam (A). Si può quindi dire che la wilayah di tutti gli infallibili Imam (A) è unificata all’essenza sacra di Dio[7].
- È altrettanto chiaro che la wilayah assoluta in Dio è parte della Sua essenza, mentre all’infuori di Lui è accidentale; cioè la “prima creatura”, allo stesso modo in cui è più potente di tutte le creature dell’universo, non ha niente da sé ed è solo uno specchio, lo specchio che riflette tutta l’essenza e gli attributi di bellezza e di magnificenza di Dio.
- Come è stato detto, l’essere umano, sulla via della perfezione e dell’arco ascensionale, può accantonare gli ostacoli di fronte a sé e separarsi da tutti gli aspetti egocentrici e i legami mondani, e addirittura spirituali, per fondersi in Dio e raggiungere il grado di annichilamento. In questo stato egli dimentica se stesso, svanisce nella bellezza dell’Amato e qualunque cosa guardi, vede solo Lui e null’altro, avanza a tal punto da eliminare la dualità, arriva allo stadio dell’unicità assoluta e diventa lo specchio di tutto l’aspetto divino[8].
Sayyid Haydar Amili (ra) specificando che questo stato può essere ottenuto con l’annichilimento, afferma che il seguente detto dell’imam Alì (A) si riferisce a tale stato:
"أنا وجه الله، و أنا جنب الله، و أنا يد الله، و أنا آية الله. أنا الاوّل، أنا الآخر، أنا الظاهر، أنا الباطن"
“Io sono il volto di Allah, io sono il fianco di Allah, io sono la mano di Allah, io sono segno di Dio. Io sono il primo e l’ultimo, io sono l’esteriore e l’interiore”[9]. Ciò significa la manifestazione completa di Dio in un luogo di manifestazione completo e l’ottenimento della wilayah assoluta di Dio da parte della Gente della Casa (A).
- Questa unicità assoluta indica l’identicità dell’unicità divina (tawhid) e della wilayah. In altre parole l’unicità divina è ciò che rispecchia il “velo più vicino” in qualità di specchio; l’entrata in un tale mondo è condizionata dal passaggio per la wilayah, cioè nessuno nell’ascensione raggiunge la conoscenza e la vicinanza all’Essenza più sacra (Iddio), se non attraverso questo grande specchio e segno, poiché la luce e i raggi di questo Sole accecano la vista di ogni ammiratore e non si può vedere la sua bellezza senza uno specchio o velo[10]. Perciò l’unicità di Dio è la wilayah stessa e la wilayah è identica all’unicità divina: sono inseparabili[11].
L’Imam Khomeini (ra) in merito al segreto di scrivere le parole:
"لا اله الا الله، محمد رسول الله و علی امیرالمؤمنین"
“Non c’è divinità all’infuori di Allah, Muhammad è l’inviato di Allah e Alì è il Principe dei Credenti” su tutte le creature, da quella più elevata a quella più bassa, dichiarò:
«Lo shaykh gnostico Shah Abadi (ra) disse che la testimonianza nella wilayah è celata nella testimonianza della profezia, poiché la wilayah è il cuore della profezia; io invece ritengo che nella testimonianza di Dio sono accluse queste due testimonianze e allo stesso modo nella testimonianza della profezia e della wilayah sono incluse rispettivamente le altre due testimonianze»[12].
Sempre lui, in altra sede, disse: «Le creature si rivolgono a Dio tramite l’essere umano, in verità il loro ritorno è verso l’essere umano … il fatto che Iddio in un nobile versetto dice:
"انَّ الَینا ایابَهُمْ ثُمَّ انَّ عَلَینا حِسابَهُم"
“In verità a Noi ritorneranno, * e allora spetterà a Noi chieder loro conto [delle loro azioni]”[13],
e nella ziarah Jamia’h si recita:
" و ایاب الخلق إلیكم و حسابهم علیكم"
“Il ritorno è verso di voi e il resoconto sarà richiesto da voi”,
è uno dei segreti dell’unicità divina e indica che rivolgersi all’essere umano perfetto equivale a rivolgersi ad Allah, poiché l’essere umano perfetto è totalmente annichilito, eterno attraverso l’eternità di Allah e di per sé non possiede nessuna egocentricità, soggettività e individualità; in realtà è uno dei Nomi di Dio ed il più grande (al-Ism al-A'zam)»[14].
I più perspicaci avranno capito che il significato del nostro discorso non è di negare che gli appartenenti alla Gente della Casa (A) sono creature o esseri umani, e non cerca neanche di spiegare il falso credo che Iddio si sia incarnato in loro[15], bensì, nonostante li consideriamo creature come le altre, crediamo tuttavia che si sono annichiliti completamente e hanno raggiungo il livello più alto dell’annichilimento e della wilayah[16]. È chiaro che più una persona si annichilisce, maggiormente Iddio si manifesterà e l’essere umano in quella stessa misura diventerà lo specchio che riflette completamente Iddio. Grazie alle spiegazioni da noi avanzate si deduce che la wilayah e l’unicità divina sono unificate ed è grazie all’amore per la wilayah che si può raggiungere l’unicità divina. Noi crediamo pertanto che per comprendere e conoscere ognuno degli attributi divini non c’è altra via che conoscere gli Infallibili (A) e avere un legame con loro; per esempio per sapere se Dio approva o no un’azione che compiamo, non c’è altro modo che dedurre l’approvazione o il dissenso della Gente della Casa (A)"[17].
[1] Shaykh Saduq, Sawab al-A'mal wa 'Iqab al-A'mal, pag. 7; Shaykh Saduq, Ma'ani al-Akhbar, pp. 370 e 371; Shaykh Saduq, Al-Tawhid, pp. 24 e 25; Shaykh Tusi, Amali, vol. 2, pag. 201.
[2] Cfr.: Seyyed Mohammad Hoseyn Hoseyni Tehrani, Emam shenasi, vol. 5, pp. 10-33.
[3] Per questo motivo l’Inviato di Dio (S) disse:
"أول ما خلق الله نوري"
“La prima cosa che ha creato Allah è la mia luce”; non solo la specie umana, bensì tutte le creature sono state create da questa luce (che è il “primo intelletto”, lo spirito muhammadiano, l’anima unica (al-nafs al-wahidah) da cui gli esseri umani sono stati creati e a cui appartiene il primo livello d’esistenza delle creature ).
Inoltre disse:
"كنت نبيّا و آدم بين الماء و الطين"
“Quando Adamo era tra l’acqua e il fango, io ero profeta”, cioè il “primo intelletto”, ossia lo spirito muhammadiano (S), che si manifesta in tutti gli universi e ogni essere, riceve grazia da lui. Adamo ha dunque ottenuto la grazia della vita dal “primo intelletto” cioè la realtà muhammadiana. Al riguardo cfr.: Mohammad Davud Qeysari, Sharh Fusus al-Hikam, grazie al lavoro di Seyyed Jalal al-din Ashtiani, prefazione, pag. 55-57; Hasan Hasanzade Amoli, Mumidd al-Himam (Sharh Fusus al-Hikam), pp. 64 e 65.
[4] Nahj al-Balaghah, pag. 386, lettera 28.
[5] Ibn Abi al-Hadid, Sharh Nahj al-Balaghah, vol. 15, pag. 194.
[6] Muhammad ibn Ya'qub Kulayni, Al-Kafi, vol. 1, pag. 437; Muhammad ibn Hasan Saffar, Basa'ir al-Darajat, pag. 75.
[7] Invitiamo a leggere l’incontro tra il defunto allamah Hoseyni Tehrani e Hashem Haddad con la defunta Banu Esfahani, dove viene chiesto in merito al huhuwiyyat (unicità assoluta): Seyyed Mohammad Hoseyn Hoseyni Tehrani, Ruh-e Mojarrad, pag. 294.
[8] Per comprendere meglio questa posizione, cfr.: Al-Muqaddamat min Nass al-Nusus, pag. 46.
[9] Cfr.: Jami' al-Asrar wa Manba' al-Anwar, pp. 364-367 e 380.
[10] Cfr.: Shaykh Mahmud Shabestari, Golshan-e Raz, pp. 12-14.
[11] Al riguardo cfr.: Alì Nuri, Al-Ta'liqat 'ala Mafatih al-Ghayb, pag. 742; Aqa Mohammad Reza Qamshey, Majmu'e-ye Athar-e Hakim Sahba, pp. 111-150; Seyyed Mohammad Hoseyn Hoseyni Tehrani, Emamshenasi, vol. 5, pag. 14-125.
[12] Cfr.: Imam Khomeini, Adab al-Salah, pag. 141.
[13] Sacro Corano, 88:25-26.
[14] Imam Khomeini, Adab al-Salah, pag. 263; per approfondire, cfr.: Mirdamad, Qabasat, pag. 397.
[15] È degno di nota che i ghulat consideravano il Profeta (S) e gli Imam (A) delle divinità con questa argomentazione: “L’essenza di Dio s’incarna nel corpo del profeta o dell’imam e si unisce ad esso; in questo stato la natura umana assume una forma divina”. Cfr.: Javad Mashkur, Farhangh-e Feraq-e Eslami, pag. 345.
In realtà ciò che abbiamo citato noi è la questione della “manifestazione”; la differenza tra manifestazione, incarnazione e unicità è che l’unicità consiste nell’unificazione di due cose e l’incarnazione nell’introduzione di una cosa in un'altra. Quindi la realizzazione di questi due concetti necessita la presenza iniziale di due enti, mentre la manifestazione è basata sul fatto che l’esistenza appartiene solo a Iddio ed è Sua personale, credendo quindi nel fatto che tutto ciò che è all’infuori di Dio è puro legame, segno e manifestazione. Perciò, fondamentalmente non c’è la base per l’incarnazione e l’unificazione. Per approfondire, cfr.: Sa'id Rahimian, Tajalli va Zohur dar Erfan-e Nazari, pp. 46 e 47.
Molla Sadra al riguardo disse: “Alcuni ignoranti hanno pensato che l’essenza dell’unicità divina, che nelle parole degli gnostici viene descritta come status dell’unicità divina e occultazione dell’unicità divina, non si realizza in atto e senza manifestazioni, bensì ciò che è presente e realizzato è il mondo delle manifestazioni e delle facoltà spirituali e sensitive di esso, e Iddio è quelle manifestazioni stesse, cioè in altre parole Iddio è l’insieme dell’universo e della realtà del Grande essere umano. Quest’affermazione è una miscredenza infame e attribuirla a importanti sufiti è pura calunnia”. Molla Sadra Shirazi, al-Hikmat al-Mota'aliyyah fi al-Asfar al-'Aqliyyat al-Arba'ah, vol. 2, pag.341.
[16] Il nobile Alì (A), spiegando le caratteristiche della Gente della Casa (A) disse:
"وَ لَهُمْ خَصَائِصُ حَقِّ الْوِلَايَة"
“Gli attributi della wilayah appartengono alla famiglia di Muhammad”; Nahj al-Balaghah, sermone 2.
Per approfondire maggiormente il grado della wilayah della Gente della Casa (A), cfr.: Qasem Tarkhan, Negareshi 'Erfani, Falsafi va Kalami be: Shakhsiat va Qiam-e Emam Hoseyn (A), pp. 108-142, prima stampa, Entesharat-e celceragh, 2009.
[17] Per approfondire, cfr.: Qasem Tarkhan, Mehr-e Mah, pp. 148-161, prima stampa, Entesharat-e celceragh, 2010.
Nota: nella compilazione di questo articolo sono stati utilizzati i programmi del “Computer Research Center of Islamic Sciences”, pertanto si prega di confrontare le biblioteche di tali programmi.