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Nella narrazione della storia degli Ashab al-Kahf, il sacro Corano cita chiaramente la costruzione di una moschea sulla loro tomba, approvandola. Esistono vari hadìth in base ai quali compiere atti rituali vicino alle tombe dei Devoti di Dio (A) non solo è permesso, ma comporta anche molteplici ricompense. Dall'altra parte, vi sono anche hadìth che apparentemente potrebbero sembrare in contraddizione con il versetto e gli hadìth appena citati. Bisogna però prestare attenzione al fatto che furono alcuni fattori sociali e pericoli - che minacciavano la società islamica come il ritorno al politeismo, dare importanza al possedere più degli altri, vantarsi, perdere la pazienza e alcune superstizioni in contrasto con l'Islam, che indussero le guide religiose a biasimare l'attenzione esagerata della gente nei confronti dei cimiteri.
In base al versetto ventuno della sura al-Kahf: "Quelli che infine prevalsero dissero: «Costruiamo su di loro un santuario»"[1], costruire una moschea vicino alle tombe e pregare in questa moschea non può essere di per sé considerata un'azione contraria alle norme islamiche. Ad ogni modo, gli hadìth concernenti questo argomento possono essere analizzati suddividendoli in due gruppi: il primo gruppo sono gli hadìth in base ai quali compiere atti rituali vicino alle tombe dei Devoti di Dio (A) non solo è permesso, ma comporta anche molteplici ricompense. Tra gli hadìth dell'Ahl al-Bayt (A), la presenza di hadìth con questo significato è tale, che non può essere negata. Infatti, nel libro Wasa'il al-Shi'ah, troviamo un intero capitolo dedicato unicamente alla recitazione della preghiera presso il mausoleo dell'imam Husayn (A), dove più di dieci hadìth menzionano il merito di tale azione[2]. Il secondo gruppo sono gli hadìth come quelli citati nella sua domanda, i quali, apparentemente, riportano che è proibito o sconsigliato costruire moschee o pregare vicino alle tombe.
A tale proposito c'è da dire che poiché il Corano e gli hadìth del primo gruppo permettono chiaramente di costruire e pregare vicino alle tombe, siamo costretti a considerare gli hadìth del secondo gruppo legati a quel tipo di venerazione per le tombe che porta a un tipo di politeismo, allo spreco, al vantarsi per mezzo delle personalità dei defunti, ecc. La comune venerazione delle tombe dei Devoti di Dio (A), invece, poiché non è in contrasto con la servitudine di Dio, ma si trova sullo stesso sentiero, non può essere considerata parte di questo divieto.
In altre parole, il versetto e gli hadìth del primo gruppo stabiliscono una norma fissa, invece gli hadìth del secondo gruppo fanno riferimento a norme mutabili a seconda delle circostanze.
Ora spiegheremo alcuni dei fattori che possono essere considerati motivazioni per l'enunciazione degli hadìth del secondo gruppo:
Opporsi all'ordine divino – A prima vista, è necessario sapere che la prosternazione di fronte alle tombe non è di per sé un atto di politeismo, allo stesso modo che pregare e prosternarsi davanti alla Ka'bah non significa adorarla; si possono immaginare casi in cui la preghiera sia eseguita di fronte a determinati simboli, ma sia per Dio. Un esempio può essere l'ordine di Dio di prosternarsi di fronte ad Adamo (A)[3]. Inoltre, l'ordine di Dio di compiere la preghiera di fronte al Maqam di Abramo[4] (A)[5], e sappiamo che il Maqam di Abramo (A) è semplicemente il luogo in cui appoggiò i suoi piedi; ebbene, se costruire o compiere la preghiera vicino o di fronte a esso è un segno di servitudine nei confronti di Dio, parimenti, non possiamo, per esempio, considerare un atto di politeismo pregare vicino e addirittura di fronte alla tomba di Abramo (A), in Palestina. Nonostante ciò, poiché Iddio ha stabilito una qiblah, non bisogna sceglierne deliberatamente un'altra, anche se sacra.È probabile che la maledizione del Profeta (S) nei confronti dei giudei e dei cristiani fosse dovuta al fatto che essi avevano stabilito deliberatamente le tombe dei Profeti (A) come propria qiblah. Il Profeta (S) era quindi preoccupato che, dopo la sua morte, alcuni decidessero di pregare in direzione della sua tomba invece che rivolti verso la Ka'bah.
Dare importanza al possedere più degli altri e vantarsi – Consultando le esegesi[6] leggiamo di un evento in cui alcuni membri di due tribù differenti, si vantavano gli uni con gli altri delle personalità importanti delle proprie tribù. Quando ebbero finito di parlare dei vivi, incominciarono a citare le virtù e le glorie dei loro defunti, fu così che i primi versetti della sura al-Takathur furono rivelati: "Il rivaleggiare vi ha distratto (da Dio), tanto da visitare le tombe (e vantarvi di esse) …"[7].È ovvio che l'Islam non possa accettare una tale considerazione dei defunti, l'abusare dei loro nomi e della loro personalità e il costruire tombe atipiche per soddisfare le proprie inclinazioni egoistiche, ed è probabile che molti degli hadìth che biasimano l'edificazione presso le tombe, si riferiscano a questo tipo di comportamento, che a tutt'oggi purtroppo si può notare in alcune tombe di famiglia.
Esagerare nelle cerimonie di lutto normali – Nonostante l'Islam raccomandi di portare molta pazienza nelle disgrazie, si può notare che tuttora alcuni individui esagerano nelle cerimonie di lutto normali, come se non credessero nella ricompensa di coloro che sono pazienti. È possibile che alcuni hadìth facciano riferimento al fatto che la morte di amici o conoscenti non deve impedire all'essere umano di vivere una vita onorevole. Negare che i defunti avessero bisogno di quanto veniva posto presso le loro tombe – In passato si pensava che i defunti, anche dopo la morte, avessero bisogno di cibo, un luogo adatto, gioielli, e altro, ed è per ciò che nelle tombe antiche delle civiltà passate sono stati trovati reperti di questo tipo. Alcuni hadìth potrebbero far riferimento al fatto che ristrutturare le tombe a questo scopo non fosse giusto e le risorse materiali poste vicino alle tombe non fossero di alcuna utilità per i defunti. La probabilità di tornare all'adorazione degli idoli – Poiché nell'era proto-islamica l'atteggiamento politeista non era ancora stato completamente cancellato dalla mente della società, la minaccia che si ritornasse al credo dell'Era dell'Ignoranza incombeva sempre sui musulmani. Pertanto il Profeta (S), riguardo a certe pratiche permesse, prendeva provvedimenti più severi affinché il politeismo fosse sradicato. È naturale che una volta sradicato il politeismo, anche il bisogno di questi provvedimenti severi sarebbe diminuito.Uno di questi provvedimenti fu l'ordine del Profeta (S) di distruggere i contenitori in cui era tenuto il vino, e sappiamo che ciò non è più obbligatorio.
Parte della severità dei provvedimenti del Profeta (S) riguardo alle tombe, può essere valutata in questo senso. Per esempio, i sunniti sostengono che all'inizio egli avesse proibito ai musulmani di visitare le tombe, in seguito però, questa proibizione non solo venne tolta, ma questa pratica fu raccomandata, per ricordare la morte e il Giorno del Giudizio, e favorire l'ascesi in questo mondo[8].
Alla luce di quanto è stato detto nonché dell'esistenza dei mausolei degli Imam (A) sciiti, possiamo concludere che edificare presso le loro nobili tombe, può essere considerato come l'edificazione di una moschea presso la tomba degli Ashab al-Kahf e di un luogo per l'adorazione di Dio. Inoltre, la presenza di risorse materiali o è necessaria per il benessere dei pellegrini o trattasi di simboli dell'arte islamica, e non costituiscono esempi dei casi negativi riguardanti le tombe che abbiamo citato, pertanto, dal punto di vista shariatico, non possono essere considerati sbagliati.
È degno di nota che un caso simile, condizionato dalle circostanze temporali, è quello concernente la costruzione di edifici presso alcuni luoghi sacri a Medina e alla Mecca, per esempio:
Anche se in base agli hadìth sciiti e sunniti, compiere atti d'adorazione presso il colle Safa, alla Mecca, ha grande merito, tuttavia oggigiorno, per proteggere il colle, è stata posta una recinzione e sulla sua vetta è stata innalzata una cupola! I pellegrini della Casa di Dio possono compiere questi atti d'adorazione solo vicino alla recinzione. Inoltre il rituale di percorrere il tragitto tra i due colli di Safa e Marwah, che in passato si compiva in un unico percorso e all'aperto, oggigiorno si svolge in vari livelli e in un luogo coperto, e ciò è giustificato dall'aumento dei pellegrini. Prestare rispetto alla Ka'bah è sempre stato necessario, tale che in alcuni hadìth è sconsigliato di costruire edifici più alti[9], tuttavia adesso sono presenti costruzioni intorno al Masjid al-Haram che sono decine di volte più alte della Ka'bah! E sicuramente anche ciò è giustificato dalle necessità dei pellegrini.Allora ci chiediamo: non è possibile motivare allo stesso modo la necessità di un luogo adatto e coperto per i pellegrini del cimitero di Baqi', che visitano questo luogo nonostante le difficoltà e l'accalcamento? Se costruire una cupola sui colli di Safa e Marwah non è politeismo, perché dovrebbe esserlo se si costruisce sulle tombe dei Devoti di Dio?
Infine, prestate attenzione a questo hadìth del Sahih Bukhari che narra che Sufyan Tammar disse di aver visto la tomba del Profeta (S) che assomigliava alle gobbe di un cammello (cioè circa come una piccola cupola)[10].
Se in passato, quando i pellegrini erano pochi, il sepolcro era stato costruito in modo da sembrare una piccola cupola, è forse un problema che adesso sia una cupola più grande?
[1] Sacro Corano 18:21:
"قالَ الَّذینَ غَلَبُوا عَلى أَمْرِهِمْ لَنَتَّخِذَنَّ عَلَیْهِمْ مَسْجِدا".
[2] Muhammad ibn al-Hasan Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 14, pag. 517, capitolo 69 "Istihbab kathrat al-salat 'inda qabr al-Husayn fardhan wa naflan …", Mu'assisat Al al-Bayt (A), Qom, 1409 AH.
[3] Sacro Corano 2:34; 7:11; 17:61; 18:50 e 20:116:
"وَ إِذْ قُلْنا لِلْمَلائِکَةِ اسْجُدُوا لِآدَم"
"E quando dicemmo agli Angeli: «Prosternatevi ad Adamo»".
[4] Presso la Ka'bah.
[5] Sacro Corano 2:125:
"وَ اتَّخِذُوا مِنْ مَقامِ إِبْراهیمَ مُصَلًّى"
"Prendete come luogo di culto quello in cui Abramo ristette".
[6] Muhammad ibn Ahmad Qurtubi, Al-Jami' al-Ahkam al-Qur'an, vol. 21, pag. 169, Entesharat-e Naser Khosro, Teheran, 1985.
[8] Sunan Ibn Majah, vol. 1, pag. 501, hadìth 1571, ricercatore Muhammad Fu'ad 'Abd al-Baqi, Dar al-Fikr, Beirut:
"کنت نهیتکم عن زیارة القبور، فزوروها فإنها تزهد فی الدنیا و تذکر الآخرة".
[9] Muhammad ibn al-Hasan Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 13, pag. 235, bab 17, Mu'assisat Al al-Bayt, Qom, 1409 AH.
[10] Sahih Bukhari, vol. 2, pag. 106, Dar al-Fikr, Beirut, 1401 AH.