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L’influenza o mancata influenza delle presupposizioni – sia religiose che non – nella formulazione delle ipotesi scientifiche dipende da quale sia il nostro punto di vista in merito all’orientamento delle scienze. Per quanto concerne l’orientamento delle scienze, vi sono tre opinioni: la prima, la teoria della scoperta, la seconda, la teoria della formulazione della scienza globale e la terza, la teoria della formulazione della scienza religiosa.
In base alla seconda teoria per formulazione della scienza s’intende la sottomissione alla cultura predominante globale nel caso contrasti con la cultura locale o religiosa. Invece, per formulazione della scienza secondo la terza teoria, in entrambi gli indirizzi umanistico e generale, s’intende soddisfare le necessità scientifiche del sistema religioso, comprendente i concetti, i modelli, i metodi, le formule e le scienze. Per raggiungere questo scopo, i sostenitori di questa teoria propongono soluzioni teoretiche e pratiche.
Per quanto concerne la valutazione di queste teorie si può dire che la prima e la seconda teoria considerano la scienza una cosa unica e indivisibile, quando invece non lo è. Inoltre ciò che nella terza teoria viene chiamata “scienza religiosa”, non è altro che la scienza occidentale etichettata come religiosa, che il Corano definisce “scienza dell’oppressione”. È necessario precisare che la formulazione della scienza religiosa è una prerogativa degli gnostici (i sapienti illuminati da Dio), i Devoti di Dio e a livelli inferiori i credenti, e non è un compito spettante ad altri. In ogni caso, accettare la teoria della formulazione della scienza religiosa, in qualsiasi modo essa venga interpretata, secondo la scuola di pensiero imperialista o secondo quella gnostica, vuol dire che le scienze sono orientate e le nostre presupposizioni religiose influenzano la produzione e lo sviluppo delle scienze.
a. Teorie
La presente domanda riguarda la discussione concernente l’orientamento delle scienze, infatti l’influenza o no delle presupposizioni – sia religiose che non – nella formulazione delle ipotesi scientifiche dipende dal nostro punto di vista sull’orientamento delle scienze, riguardo a cui vi sono tre teorie[1]:
Prima teoria (teoria della scoperta): la scienza è da scoprire e non formulare. La scienza segue una legge fissa e la volontà dell’essere umano è vincolata da una legge fissa. “Secondo questa teoria la scienza è la scoperta delle leggi naturali per soddisfare le necessità personali e sociali dell’umanità. Perciò in questo caso non ha senso parlare di “formulazione” della scienza e questo concetto della formulazione della scienza non svolge un ruolo reale, pur essendo possibile che venga utilizzato superficialmente da alcuni a questo riguardo”[2]. “Poiché i sostenitori di questa teoria affermano che la scoperta delle leggi è possibile da parte di qualsiasi essere umano (religioso o no) e non ritengono influente l’intenzione del sapiente nello scoprire le leggi, essi sostengono che la società religiosa per progredire non ha necessariamente bisogno di sviluppare la scienza (cioè di approfondire le realtà dell’universo)”[3].
Seconda teoria (teoria della formulazione della scienza globale): la scienza è da formulare e segue leggi mutabili e la volontà dell’essere umano è vincolata da una legge mutabile e relativa. “In base a questa teoria, per permettere l’efficienza delle nuove scienze e tecnologie nello sviluppo e benessere generale, è necessario rivedere fondamentalmente l’interpretazione della religione di modo che esista concordanza tra la religione e le scienze moderne”[4].
Terza teoria (teoria della formulazione della scienza religiosa): la scienza è da formulare e segue la volontà umana, che controlla le leggi naturali. “La presupposizione di questa teoria è che la scienza umana è orientata ed è interpretabile come secolare o religiosa. Giacché le presupposizioni mentali dei ricercatori certamente influenzano la formulazione della scienza e il loro punto di vista governa l’orientamento della scienza, è possibile che si giunga a una scienza secolare o a una religiosa. I sostenitori di questa teoria a loro volta si suddividono in due gruppi differenti, infatti alcuni affermano che solo le scienze umanistiche sono orientate e ritengono necessaria la formulazione di scienze umanistiche religiose efficienti per l’amministrazione sociale del sistema religioso. Invece un altro gruppo, che non distingue tra scienze umanistiche e non umanistiche, sostiene che tutte le scienze, a tutti i livelli, siano esse scienze di base, scienze empiriche o umanistiche, possono diventare religiose, allo stesso modo le tecnologie, a diversi livelli, si suddividono in religiose e non religiose”[5].
In base alla seconda teoria, formulazione della scienza significa seguire i metodi e i modelli scientifici esistenti globali (occidentali) e sottomettersi alla cultura globale nel caso esista contrasto con la cultura locale o religiosa. Invece secondo la terza teoria, formulazione della scienza, in entrambi gli indirizzi umanistici e generali – e probabilmente è questa la teoria cui si riferisce la domanda, vuol dire soddisfare i bisogni conoscitivi – intangibili e non fisici – del sistema religioso, che comprende i concetti, i modelli, i metodi, le formule e le scienze. Per raggiungere questo scopo i sostenitori di questa teoria propongono soluzioni teoriche e pratiche.
Le soluzioni teoriche sono suddivise in tre livelli, a breve termine (usufruendo delle potenzialità dei sostenitori della teoria della scoperta), a medio termine (usufruendo delle potenzialità dei sostenitori della teoria della formulazione della scienza globale) e a lungo termine (usufruendo delle potenzialità dei sostenitori della teoria della formulazione della scienza religiosa)[6]. In questa sede, ci limiteremo a citare le soluzioni teoriche a lungo termine, regolate secondo la terza teoria. A questo livello per la formulazione della scienza religiosa devono essere compiuti sei passi[7]: primo passo, formulazione della filosofia dinamica islamica; secondo passo, formulazione delle basi del metodo generale di modellamento; terzo passo, formulazione del metodo generale di modellamento; quarto passo, formulazione della filosofia dei metodi particolari; quinto passo, formulazione dei metodi particolari; ultimo passo, formulazione di scienze, nei tre indirizzi delle conoscenze della hawzah, delle conoscenze e formule universitarie, e dei modelli del sistema esecutivo.
Le soluzioni pratiche della formulazione della scienza religiosa sono espresse in tre livelli: amministrazione della rete di ricerca (caratteristiche), banca dati completa (struttura) e dibattito sistematico (pilastri). Le caratteristiche sono: sviluppo del sistema sociale, velocizzare la formulazione della scienza, favorire la partecipazione alle ricerche, accordare il sistema di ricerche sociali con i valori divini. La struttura è definita a tre livelli: cercare dati, elaborare dati e trasmettere i dati. I pilastri sono l’assemblea amministrativa, l’assemblea scientifica, l’assemblea sovrintendente, gruppi concordi e oppositori e l’argomento della discussione[8].
b. Valutazione delle teorie
Secondo la prima e la seconda teoria, la scienza è una categoria unica, quando invece non è così. Anche la suddivisione della terza teoria (teoria della formulazione della scienza religiosa) della scienza in secolare e religiosa non sembra precisa, infatti il fine di entrambe è raggiungere più potere, e una tale scienza, secondo ciò che Iddio dice nel Corano, è considerata scienza dell’oppressione (scienza al servizio del potere); una scienza che ha creato, all’inizio della storia islamica, dissenso all’interno della religione e l’estinzione dell’unità della ummah islamica[9]. Perciò anche ciò che nella terza teoria viene chiamata scienza religiosa, è la scienza occidentale spacciata come religiosa e questa piccola differenza servirà gli interessi dei religiosi assetati di potere, al posto dell’imperialismo. Sebbene l’intenzione di coloro che sostengono questa teoria sia di combattere l’imperialismo secolare occidentale, poiché la loro è una lotta competitiva e formale, darà il risultato opposto a quello desiderato, favorendo la nascita di un nuovo imperialismo, chiamato imperialismo religioso. La lotta contro l’imperialismo e la scienza dell’oppressione globale dev’essere una lotta essenziale e non formale, e una tale lotta per formulare una scienza religiosa può essere intrapresa solo dagli gnostici e dai Devoti di Dio in primo luogo, e poi dai credenti, e nessun altro può assumersene la responsabilità. Infatti i credenti cercano la scienza per conoscere e non per diventare più potenti, la vogliono per aumentare la conoscenza del Sé, l’amore per Iddio e il sacrificio, e non già per prendere possesso.
In breve, possiamo dire che da questo punto di vista il pilastro della scienza religiosa è fondato, nella pratica, sul vivere in modo naturale e l’allontanarsi dall’industrializzazione, e, nella teoria, sull’intelletto contemplativo e l’allontanamento dalla conoscenza opinabile.
c. Conclusione
Considerando ciò che è stato esposto, i sostenitori della teoria della scoperta o della teoria della formulazione della scienza globale, che considerano la volontà dell’essere umano governata da leggi stabili o mutabili naturali, ovviamente non ritengono che le presupposizioni religiose influenzino la formulazione e lo sviluppo delle scienze. Invece accettare la teoria della formulazione della scienza religiosa, con una qualsiasi delle sue interpretazioni, imperialista o gnostica, vuol dire che le scienze sono orientate e le nostre presupposizioni religiose influenzano la formulazione e lo sviluppo delle scienze. Anche il significato palese dei testi islamici sostiene l’essere le scienze orientate, distinguendo però l’orientamento imperialistico, cioè la ricerca della superiorità (voler prendere possesso e ottenere profitto), da quello gnostico (sacrificarsi e dare profitto), e rifiutando l’orientamento imperialista delle scienze, definito scienza miscredente o dell’oppressione, consiglia quello gnostico, chiamato scienza religiosa.
[1] 'Abdul-'ali Reza'y (2004), Tahlil-e Mahiyyiat-e Teknoloji: Asibshenasi 'elal-e bonyadi-e 'aqab oftadeghi-e 'elmi va teknolojiki-e javame'e eslami, pp. 216 e 217; Mohammad Hosseyn Ja'farzade, Nehzat-e Tulid-e 'Elm ba Neghahi be Didghah-e Farhanghestan-e 'Ulum-e Eslami, pp. 201-203, Fajr Velayat, Qom.
[2] Mohammad Hosseyn Ja'farzade (2006), Nehzat-e Tulid-e 'Elm ba Neghahi be Didghah-e Farhanghestan-e 'Ulum-e Eslami, pag. 201.
[3] Ivi, pag. 202.
[4] Ivi, pag. 203.
[5] Ivi, pp. 203 e 204.
[6] Ivi, pag. 199.
[7] Ibidem.
[8] Ivi, pag. 200.
[9] “In verità, la religione presso Allah è l'Islàm, e quelli cui fu dato il Libro non caddero in discordia, se non dopo aver avuto la scienza, per mutuo livore. E chi nega i segni di Allah, ebbene [sappia che] Allah è rapido al conto”.
«إن الدین عند الله الإسلام و ما اختلف الذین اوتوا الکتاب الّا من بعد ما جاءهم العلم بغیا بینهم و من یکفر بآیات الله فإن الله سریع الحساب»
Sacro Corano 3:19.