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Negli insegnamenti religiosi la du'a e il suo effetto rivestono un’importanza particolare. Recitare suppliche per il coniuge, i familiari e i credenti, è uno dei diritti raccomandati negli insegnamenti islamici ed è evidente nella condotta degli Infallibili (A).
La du'a è una di quelle azioni raccomandate intensamente negli insegnamenti religiosi e detiene un degno ruolo nella vita e nel destino umano.
Consultando i discorsi degli Infallibili (A) e la loro condotta, non solo deduciamo che i Devoti di Dio consigliavano agli altri di effettuare du'a l’uno per l’altro, bensì che anche loro nella pratica richiedevano a Dio il bene degli altri.
L’imam Hasan al-Mujtaba (A) disse: “Un giovedì notte vidi mia madre Fatima (A) adorare Iddio compiendo genuflessioni e prosternazioni fino all’alba del venerdì e pregare molto per i credenti e le credenti, citandone le caratteristiche e i nomi, ma per sé non rivolse alcuna supplica. Dissi a mia madre: «Perché non hai pregato per te stessa allo stesso modo di come hai pregato per gli altri?». Rispose: «Prima il vicino e poi la casa»”[1].
Inoltre nel Sahifah al-Sajjadiyyah, in molti punti l’imam Zayn al-'Abidin (A) ha dedicato le proprie du'a agli altri, come la du'a 24 (La du'a per il padre e la madre), 25 (La du'a per i figli), 26 (La du'a per i vicini e gli amici), ecc.
Quindi la du'a reciproca è uno dei diritti che i credenti hanno l’uno nei confronti dell’altro.
[1] Muhammad ibn Alì Saduq, 'Ilal al-Sharayi', pag. 182, Intisharat maktabat al-Dawri, Qom, 1386 AH.