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- compartecipazione
Una delle regole islamiche più importanti riguardo alla vita famigliare è la sua gestione di comune accordo.
In merito all’avere figli, bisogna dire che l’opposizione del padre al volere della moglie che si è sposata con lui a tempo indeterminato, è sconsigliata e secondo alcuni sapienti religiosi è vietata[1].
La ragione di questa fatwa scaturisce da un hadìth del Profeta (S) che subordina ogni metodo anticoncezionale dell’uomo al permesso della moglie[2].
Da un lato vi sono molti individui nella società che nonostante abbiano le possibilità per soddisfare i bisogni primari di una vita accettabile, si astengono dall’avere figli o addirittura dal matrimonio. Molti di loro, successivamente, dopo aver superato l’apice della fertilità, pagano somme molto alte per curare i problemi di fertilità. A nostro parere, molte giustificazioni basate sulle condizioni economiche, non sono accettabili, ed è possibile che chi adduce i problemi economici come pretesto per evitare il matrimonio e i figli, sprechi i propri beni in un modo che se fossero amministrati correttamente, parte dei loro problemi potrebbero essere risolti.
Bisogna anche considerare che una madre responsabile non deve trascurare l’influenza che potrebbero avere le preoccupazioni del padre sull’educazione del figlio.
Naturalmente un figlio nato dal consenso e dall’amore di entrambi i genitori, usufruirà di una crescita e di un’educazione migliore.
Da un altro lato, l’impedire la contraccezione non è una questione che può essere perseguita legalmente. Per questo motivo l’unica soluzione è di continuare a discutere amichevolmente e di prendere una decisione di comune accordo.
[1] Muhammad ibn Hasan Najafi, Jawahir al-Kalam, vol. 29, p. 112, Dar ihya' al-turath al-'arabi, Libano, settima ristampa.
[2] Muhaddith Nuri, Mustadrak al-Wasa'il, vol. 14, p. 233, hadìth 16584, Mu'assisat Al al-Bayt, Qom, 1408 AH.