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Data aggiornamento: 2012/01/28
Domanda concisa
Esistono fatwa in merito ad un secondo impiego? O in generale un secondo lavoro è considerato un valore mondano?
Domanda
Esistono fatwa in merito ad un secondo impiego? O in generale un secondo lavoro è considerato un valore mondano? Per favore guidatemi.
Risposta concisa

Dal punto di vista religioso non esiste alcun ostacolo per svolgere un secondo lavoro. Ciò che la religione islamica e la sacra sharia biasimano, sono la mondanità e l’attaccamento al mondo, la lontananza dalla spiritualità e dall’Aldilà; e questo è possibile anche nel caso si svolga un solo lavoro. A volte s’incontrano persone che con un lavoro e un reddito minimo, hanno un legame più stretto con il mondo, mentre altre con un capitale maggiore non hanno un simile legame. Al riguardo occorre dire che se non si riesce a soddisfare le necessità della vita di una persona (nei limiti della razionalità) con il guadagno di un solo lavoro e la famiglia di tale persona si trova in gravi difficoltà a causa di quel guadagno, un secondo lavoro non sarà solo necessario, bensì obbligatorio.

Naturalmente bisogna anche considerare la legge, poiché in alcuni paesi come l’Iran, non è permesso occupare due impieghi statali. Inoltre se il secondo lavoro è causa di negligenza verso il primo, anche in questo caso non è concesso avere un secondo impiego. Lo stesso dicasi se una persona con due turni lavorativi non è in grado di seguire l’educazione dei figli o i propri doveri nei confronti della propria famiglia, ecc. In realtà svolgendo due turni lavorativi per ottenere un guadagno maggiore, trascurerà questioni più importanti, ed è naturale che in questo modo subirà inconsapevolmente danni irreversibili, poiché non saranno facilmente rimediabili. Al riguardo l’imam Husayn (A) disse: “Chiesi a mio padre come si comportasse l’Inviato di Dio (S) all’interno della casa, rispose: «Il suo ritorno a casa dipendeva da se stesso e quando vi faceva ritorno suddivideva il proprio tempo in tre parti: una parte per l’adorazione di Dio, una per la famiglia e una per se stesso …»[1].



[1] Allamah Tabatabai, Sunan al-Nabi (S), vol. 1, pp. 15 e 19, traduzione di Mohammad Hadi Faqihi, Ketabforushi-e eslamiyyah, Teheran, settima ristampa, 1999:

"قال الحسین علیه السّلام: سألت أبی عن مدخل رسول اللّه صلّى اللّه علیه و آله، فقال: کان دخوله فی نفسه مأذونا فی ذلک، فاذا آوى إلى منزله جزّى دخوله ثلاثة أجزاء: جزءا للّه و جزءا لأهله و جزءا لنفسه ..."

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