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Data aggiornamento: 2011/02/14
Domanda concisa
Il giorno d’Ashurà, l’imam Husayn (A) rifiutò l’acqua che gli portarono?
Domanda
Secondo le fonti dei fratelli sunniti concernenti l’insurrezione dell’imam Husayn (A), un portatore d’acqua andò presso di lui e disse: “O Aba Abdullah, ti ho portato dell’acqua affinché ti disseti”. Quel nobile però gli mostrò il palmo della mano dove l’acqua sembrava sgorgare da una sorgente e gli disse: “Io ho l’acqua. Portala a coloro che ne hanno bisogno”. Qual era l’intenzione di questo gesto giacché avrebbe potuto dissetarsi ma non lo fece?
Risposta concisa

Per rispondere a questa domanda bisogna prestare attenzione ai seguenti punti:

  1. I Profeti e gli infallibili Imam (A) erano obbligati ad utilizzare la propria scienza e forza naturale, non quella divina; poiché se avessero trascorso la propria vita in base alla scienza e forza divina non avrebbero più potuto essere un esempio per gli altri.

  2. L’esistenza di un tale hadìth, anche nelle fonti sunnite, per noi è incerta.

  3. Questo hadìth sembrerebbe invalido per alcuni motivi:

              I.        Secondo diversi hadìth, il giorno d’Ashurà l’imam Husayn (A) chiese dell’acqua ai nemici che avevano bloccato la via verso l’Eufrate, ma questi gliela negarono in modo assoluto.

             II.        Nel giorno d’Ashurà l’accampamento dell’Imam (A) era assediato dal nemico. Com’è possibile che tale individuo potesse raggiungerlo?!

Possiamo concludere che questi hadìth e altri dallo stesso contenuto, ovvero che la sete dell’imam Husayn (A) era un suo volere e che lui e la sua famiglia (A) non patirono alcun disagio, non sono per niente attendibili. Per di più non sono compatibili con gli altri hadìth storici del movimento di Ashurà; in realtà sono fasulli e tendono a celare le imperdonabili stragi commesse dai nemici.

Risposta dettagliata

Per rispondere a questa domanda bisogna considerare i seguenti punti:

  1. I Profeti e gli infallibili Imam (A), nei propri lavori e nella vita quotidiana in generale, erano obbligati ad utilizzare la scienza e la forza naturale, non compivano quindi miracoli o azioni soprannaturali, se non in casi particolari e con il consenso divino, dove era opportuno per la religione di Dio e la guida della gente.

  2. L’imam Baqir (A) disse: “Il nome di Dio ha settantatré lettere. Presso Asif ibn Barkhya c’era una lettera ed utilizzando quella sola lettera portò il trono della regina Bilqis di Saba al profeta Salomone (A); le altre settantadue lettere del nome di Dio sono presso di noi”[1].

  3. L’imam Husayn (A) nonostante possedesse il nome completo di Dio, le sue richieste fossero esaudite da Dio e potesse far sgorgare dell’acqua dalla terra in modo da dissetare se stesso e i suoi compagni, non lo fece, poiché doveva adempiere al proprio dovere avvalendosi solo di cause naturali.

  4. Se i puri Imam (A) dovessero vivere ed esaudire i propri bisogni secondo la scienza e la forza divina, la loro prassi non potrebbe più essere un esempio di lotta contro le difficoltà, pazienza di fronte ai problemi e sacrificio sulla via dei valori umani.

  5. La vicenda di Ashurà e della lotta all’oppressione da parte dell’imam Husayn (A) sono un esempio d’insurrezione di fronte alle deviazioni ed eresie che in ogni epoca sono sempre in agguato a danno della religione di Dio. Tutti i musulmani e gli esseri umani hanno il dovere di impedire queste eresie. Se l’imam Husayn (A) avesse compiuto questo gravoso dovere attraverso il miracolo e la wilayah cosmologica, non avrebbe più potuto essere un vivo esempio per tutti gli esseri umani di ogni epoca.

  6. Alcuni hadìth attendibili riportano che la sera prima di Ashurà l’imam Husayn (A) incaricò suo figlio Alì Akbar (A) e alcuni compagni di portare dell’acqua per dissetare i propri compagni. Inoltre lo stesso Imam (A), dopo il martirio del nobile fratello 'Abbas, si avvicinò all’Eufrate per dissetarsi ma non riuscì nel suo intento.[2]

  7. In molti altri hadìth si narra che il giorno d’Ashurà l’imam Husayn (A) portò Alì Asghar, il suo neonato, di fronte ai nemici e disse: “O gente se non volete risparmiare me, risparmiate almeno questo bambino”. In seguito Harmalah martirizzò quel neonato assetato con una freccia.[3]

  8. Se l’imam Husayn (A) aveva chiesto dell’acqua ai nemici, com’è possibile che abbia poi rifiutato l’acqua di chi gliela portava per affetto verso di lui?

  9. Le forze armate di 'Ubaidullah ibn Zyad il giorno di Ashurà avevano assediato completamente l’accampamento dell’Imam (A) e controllavano intensamente ogni movimento. Inoltre erano incaricati di costringere l’Imam (A) e i suoi compagni ad arrendersi facendogli patire la sete o a sconfiggerli. A questo punto ci si chiede come tale portatore d’acqua abbia aggirato questo assediamento e sia arrivato dall’Imam (A)? Questo portatore d’acqua era un essere umano o proveniva dall’occulto ed era un essere soprannaturale?!

In conclusione questo hadìth e altri simili che mettono in dubbio la questione della sete e dei disagi patiti dall’imam Husayn (A), dalla sua famiglia e dai suoi compagni, vogliono coprire le ingiustizie perpetrate nei confronti di questo nobile e le stragi imperdonabili dei nemici, e pertanto svilire questo tragico evento.



[1] Muhammad ibn Ya'qub Kulayni, Usul al-Kafi, vol. 1, pag. 230, hadìth 1.

[2] Mahmud Sharifi e altri, Farhangh-e Jame'-e Sokhanan-e Emam Hosseyn (A), traduzione di Alì Mo'ayyedi.

[3] Ivi, pag. 534.

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