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Data aggiornamento: 2010/06/30
Domanda concisa
Perché è necessario il progetto di una teoria sistematica per esporre il pensiero islamico?
Domanda
Perché è necessario il progetto di una teoria sistematica per esporre il pensiero islamico?
Risposta concisa

Finora i giuristi e sapienti religiosi, nel trattare la miniera delle conoscenze islamiche, ricca di elementi universali ed elementi peculiari, hanno utilizzato un metodo frammentario. Ciò ha causato la mancanza di una visione completa e ordinata delle discussioni islamiche, che ha portato a un’esposizione disordinata e senza metodologia degli elementi del pensiero islamico. La “teoria del pensiero sistematico nell’Islam” è una teoria volta a esporre i sistemi islamici in vari campi come quello economico, politico, ecc.

Risposta dettagliata

L’Islam è l’ultima religione rivelata per guidare gli esseri umani fino al Giorno della Resurrezione[1]. In quanto ultima religione, dev’essere anche la più completa delle religioni rivelate e comprendere tutto ciò che è necessario rivelare della religione nafs al-amri[2].

D’altra parte, poiché questa religione fu rivelata in un’epoca e luogo particolare, e aveva come primo destinatario un popolo specifico, alcuni degli elementi religiosi furono esposti in conformità a quel particolare ambiente. Ciò dev’essere tenuto in considerazione, soprattutto nel riferirsi alla sunnah degli Imam Infallibili (A) e al loro comportamento. La miniera delle conoscenze islamiche abbonda di elementi universali e peculiari, esposti dall’inizio della profezia del nobile Messaggero (S) fino all’occultazione maggiore (al-ghaybah al-kubra) dell’Imam del Tempo (AJ).

Finora i giuristi e sapienti religiosi, nel trattare questo prezioso insieme delle conoscenze islamiche, hanno utilizzato un metodo frammentario e ogni volta che hanno dovuto affrontare un quesito, hanno cercato di trovare una risposta valida, basandosi su questo metodo. In esso, non si è mai preso in considerazione il rapporto degli elementi universali tra se stessi e il loro rapporto con gli elementi peculiari. Tutto ciò che c’era nella religione era considerato un elemento stabile, salvo che non fosse trovata prova del contrario, in quel caso era valutato come norma mutabile, senza ricercarne la regola o le regole stabili che ne erano all’origine.

Ciò ha causato la mancanza di una visione completa e sistematica delle discussioni islamiche e l’esposizione degli elementi del pensiero islamico in modo disordinato e senza metodologia. Sebbene questa esposizione disordinata abbia alla fine  creato un sistema, tuttavia non è mai stata fatta una ricerca e non si è prestata attenzione ai rapporti logici tra i vari elementi e come influiscano gli uni sugli altri.

Inoltre, non si è dovutamente preso in considerazione come gli elementi circostanziali compaiano nei testi religiosi: ogni elemento è stato considerato stabile e universale. Solo quando ci sono chiare prove dell’influenza del contesto su tale elemento, esso è considerato circostanziale, senza però analizzarne la fonte.

È per questi motivi che fino ad ora non siamo stati in grado di esporre sistemi islamici in vari campi, come quello economico, politico, ecc.; e ciò ci ha impedito di avere una chiara immagine della filosofia politica islamica, della filosofia economica islamica, ecc.; oppure della scuola di pensiero politica islamica, della scuola di pensiero economica islamica, ecc.; e altre discussioni di questo tipo.

Non è stato analizzato in modo chiaro come il tempo, il luogo e il contesto influiscano sugli elementi religiosi e quale sia il rapporto tra gli elementi circostanziali e quelli universali.

La “teoria del pensiero sistematico nell’Islam” vuole rispondere a questo tipo di quesiti, seguendo le basi citate nelle discussioni precedenti.[3]

Fonti per l’approfondimento:

1.     Mahdi Hadavi Tehrani, Velayat va diyanat, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 2a ed., 2001.

2.     Mahdi Hadavi Tehrani, Mabani-e kalami-e ejtihad, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 1a ed., 1998.

3.     Mahdi Hadavi Tehrani, Maktab va nezam-e eqtesadi-e eslam, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 1a ed., 1999.



[1]  Il martire Morteza Motahhari disse: “Per un musulmano non ha senso chiedersi se dopo il Profeta dell’Islam (S) ci sarà un altro profeta. Pensare che dopo il Profeta (S) ce ne possa essere un altro è in contrasto con la fede nella profezia del nobile Muhammad (S)”. (Cfr. Martire Morteza Motahhari, Khatamiyyat, pag. 12).

[2] In questo hadìth, dall’imam al-Sadiq (A), è stato tramandato: “Ciò che Muhammad ha stabilito essere permesso (halal), sarà tale per sempre fino al Giorno della Resurrezione e ciò che ha stabilito essere proibito (haram), sarà tale per sempre fino al Giorno del Giudizio”. (al-Kulayni, al-Kafi, vol. 1, pag. 58, hadith 19).

[3][3] Indice: L’Islam e la “Teoria del pensiero sistematico”, domanda 217.

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