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Data aggiornamento: 2010/08/22
Domanda concisa
Bisogna temere Iddio o amarlo?
Domanda
Bisogna temere Iddio o amarlo?
Risposta concisa

L’unione del timore e della speranza, e a volte l’amore, nei confronti di Dio, l’Altissimo, non è inconsueta, poiché questa, in un certo senso, ha riempito la nostra vita, ma a causa della sua ovvietà, non ci accorgiamo di essa. Bisogna prestare attenzione al fatto che addirittura il nostro movimento è frutto della paura, speranza e amore; poiché fin quando non c’è speranza, non ci muoviamo e quindi non arriveremo a destinazione, e fin quando non abbiamo paura, non ci muoviamo con cautela e saremo danneggiati e quindi non arriveremo di nuovo a destinazione. Questo fatto diventa più evidente durante l’utilizzo di veicoli, elettrodomestici, strumenti infiammabili, ecc., poiché li utilizziamo con piacere, ma se il loro utilizzo da parte nostra non fosse accompagnato da paura e precauzione, l’avvicinarsi a essi potrebbe causare la nostra morte.

Dobbiamo perciò sia temere Iddio, sia amarlo e riporre la nostra speranza in Lui; poiché l’amore e la speranza, da un lato donano sincronia e dall’altro movimento e più forza possibile per ottenere ciò che Lo può compiacere, per raggiungere le Sue benedizioni e grazie in questo mondo e nell’Aldilà. Il timore nei Suoi confronti, invece, produce umiltà, rispetto, obbedienza, astensione dai peccati e da altri elementi che causano la Sua collera e la Sua punizione.

Questo insieme di paura e speranza nel mondo, per gli individui normali, fornirà la pace immune da ogni tipo di paura e dispiacere nell’Aldilà. Un mondo che è luogo per seminare, e questa semina necessita la preservazione dalle calamità affinché possa essere raccolta nell’Aldilà dove non avrà bisogno di essere custodita e dove non vi sarà possibilità di seminare.

La paura da sola genera solamente sfiducia, disperazione e depressione, mentre la speranza e l’amore da soli causano solo l’inganno dell’anima, impudenza e commissione di peccato: entrambe queste cose sono indegne e sgradevoli.

Risposta dettagliata

Il timore, la speranza e l’amore sono sentimenti percepiti dalla coscienza che non necessitano di definizione. È possibile che l’essere umano, di fronte ad alcune circostanze, sia impaurito, ad esempio:

a.     La sensazione di pericolo per la propria vita, beni, reputazione, ecc.

b.     La comprensione della grandezza e il timore reverenziale di una cosa.

c.     L’ignoranza di fronte alle conseguenze di un’azione o alla propria fine.

 

Inoltre è possibile che in alcuni casi siano presenti più cause.

Anche la sensazione di amore e affetto si ottiene in seguito ad alcune condizioni:

a.     La scoperta di attrazioni e bellezze nella cosa amata e l’inclinazione verso di essa a causa dell’interessamento verso quelle bellezze. I poeti definiscono questo amore in principio attrazione mondana e in conclusione vergogna. Anche se non è sempre così, poiché se queste bellezze sono temporanee, mortali ed esteriori questa conclusione è corretta mentre se questa bellezza e perfezione sono valori etici o una bellezza e una perfezione esistenziale e reale, quest’ amore in principio non è attrazione mondana e in conclusione invece di essere vergogna sarà sincronia.

b.     La sensazione di legame e bisogno verso la cosa amata e l’attesa di utilizzarla per raggiungere i propri fini. Quest’amante vuole la cosa amata per se stesso e non per la sua realtà.

c.     L’amore conseguente alla sensazione di gratitudine di fronte al proprietario di una grazia; l’amante si è innamorato della cosa in questione dopo aver ricevuto del bene da essa e quindi è in debito di fronte al suo favore.

d.     La cosa amata vuole l’amore dell’amante e lo attrae verso di sé per conquistarlo e dargli la sua protezione.

Anche in questo caso è possibile che una cosa venga amata per più motivi.

Se prestiamo attenzione, in tutte le nostre azioni e reazioni, in qualche modo, la paura, l’amore e la speranza sono mischiate insieme. Anche se è possibile che in alcuni casi una di esse predomini e non siano bilanciate. Questo insieme di paura e speranza (e amore) è un fatto indiscutibile. È una questione talmente chiara da dimenticarcene. Inoltre queste due (paura e speranza), influenzano le nostre azioni. La speranza e l’amore sono il nostro sprone verso le azioni quotidiane e financo le azioni cruciali, mentre la paura è causa di precauzione, attenzione e valutazione nei confronti delle loro conseguenze e nella preparazione dei preliminari.  Se ci fossero solo la speranza e l’amore, la precauzione diminuirebbe e moriremmo subito, mentre se esistesse solo la paura non compieremmo nessuna azione, neanche bere e mangiare, poiché ci sarebbe la possibilità che una goccia subentri nei polmoni o un boccone ci soffochi, causando la nostra morte!

È perciò strano manifestare sorpresa di fronte a questa commistione di paura, speranza e amore nei confronti di Dio, poiché è segno di negligenza verso la conoscenza di se stessi e dei propri stati d’animo.

Spiegazione: la paura, la speranza e l’amore nei confronti di Dio sono diversi nei vari individui in base alla loro conoscenza di Dio, delle Sue caratteristiche di magnanimità e magnificenza, delle altre conoscenze religiose da un lato e i propri precedenti e la loro certezza, o non, riguardo al proprio futuro da un altro. Coloro che sono stati attratti dalla soggezione, grandezza e magnificenza di Dio o nel proprio passato hanno compiuto peccati, senza rispettare la presenza divina, la loro paura sovrasterà il loro amore e speranza. Al contrario coloro che sono stati attratti dalla magnanimità e benevolenza di Dio, l’Altissimo, hanno provato le Sue grazie, in passato hanno agito precauzionalmente, hanno rispettato la presenza divina e se hanno errato, si sono pentiti, il loro amore e speranza sovrasterà la paura. Gli altri che hanno agito mediamente e non sono sicuri delle proprie azioni passate e del loro accoglimento (da parte di Dio), e inoltre temono l’ira e la punizione di Dio a causa della loro condotta e allo stesso tempo sperano nel Suo perdono e nella Sua magnanimità, tra la loro paura, speranza e amore vi sarà equilibrio. Però è importante che nella maggior parte degli individui, la paura e l’amore derivano dall’amore per se stessi e l’istinto di trarre profitti ed evitare perdite. Cioè la maggior parte della gente per paura della punizione di Dio nell’Aldilà, la privazione delle benedizioni di Dio, l’Altissimo, e la perdita delle grazie e dei piaceri del Paradiso, come le fanciulle del Paradiso e i castelli, esprimono amore e speranza in Dio. Invece coloro che vengono attratti dalla bellezza e perfezione di Dio e rimangono meravigliati dalla Sua gloria e grandezza, oppure entrambi i casi, sono molto pochi e oltre ai Profeti e ai Devoti di Dio (A), pochi individui raggiungono questo livello.

L’Imam Alì (A), nella propria sapienza eterna, delinea questi tre gruppi nel seguente modo: “Un gruppo adora Dio con la speranza del perdono (e di ricevere), che è l’adorazione dei commercianti, mentre un gruppo Lo adora per paura, che è l’adorazione degli schiavi. Infine un gruppo adora Dio per riconoscenza, che è l’adorazione dei liberi (da se stessi e dall’auto-adorazione)”.[1]

Per questo motivo alcune personalità sostengono che una delle basi importanti dell’educazione nell’Islam è l’amore. Il sacro Corano, che è un educatore etico, considera l’amore il più importante cardine delle qualità etiche. L’imam Sadiq (A) dice: “Dio, il Sublime, ha educato il proprio Profeta (A) con l’amore divino”[2].

La questione dell’intimidire e incitare, nel Corano e negli hadìth della Gente della Casa (A), è molto frequente. Tuttavia nel caso degli individui deboli è l’ultimo livello mentre per quelli normali è un preliminare e uno strumento affinché l’essere umano in principio si muova tramite la punizione e l’incitamento e piano piano attraverso l’amore.[3] Perciò non bisogna meravigliarsi della fusione della paura e dell’amore verso Dio, al contrario quest’associazione di timore e speranza è necessaria per l’educazione, l’elevazione e il progresso dell’essere umano, poiché con la paura ci si astiene dal peccato, dai pericoli e dalle cause dell’ira e punizione di Dio, e l’umiltà, la sottomissione e l’ubbidienza verso Iddio, l’Altissimo, aumentano. Inoltre, attraverso l’amore, si eseguono con entusiasmo le azioni obbligatorie e meritorie, e si dà la precedenza a ciò che attrae la grazia e la benedizione divina. In poche parole il frutto della paura e della speranza sono la priorità negli atti benevoli, l’adornamento con virtù, l’astensione dal male e dal peccato e l’eliminazione dei difetti. Questa è quella perfezione che Dio ha desiderato con la creazione, cioè acquisire le qualità divine e raggiungere il ruolo di vicario divino e il rifugio nelle benedizioni dell’Aldilà e la liberazione da ogni tipo di preoccupazione e disagio, come più volte ha accennato: “Chi presta fede a Dio e all’Aldilà, e compie buone azioni, la sua ricompensa è custodita presso Dio e non vi sarà nessun tipo di paura e disagio per lui”.[4] In caso contrario la paura da sola causa sfiducia, depressione, abbandono del pentimento e sprofondamento nel peccato … che termina nei castighi in questo mondo e nell’Aldilà. L’amore da solo invece causa arroganza e il commettere peccati, con la speranza del perdono in fin di vita, e desiderio fuori luogo di grazia e generosità da parte di Dio, giacché quando non si cerca di compiere ciò che porta la benedizione divina, non si può pretendere la Sua grazia! Prendendo in considerazione questo fatto, l’imam Husayn (A), nella supplica di 'Arafah, dice: “Che sia cieco l’occhio che non Ti vede attento su se stesso e perde un investimento colui cui hai privato la sua parte della Tua benevolenza”. Quindi il raccolto di questo timore e amore si otterrà nell’Aldilà, e quello sarà il luogo di punizione e puro castigo per coloro che non hanno custodito questa benedizione (equilibrio tra paura e speranza) o sfiduciati sono sprofondati nel peccato, oppure ingannati non hanno raccolto niente. Oppure sarà il luogo di benedizione e serenità pura, senza preoccupazione e paura, per coloro che mantenendo l’equilibrio tra timore e speranza, si sono astenuti dal peccato e hanno dato la priorità al raccogliere beni per l’Aldilà.

Per approfondire maggiormente l’argomento confrontate i libri etici all’argomento “paura e speranza” o “amore” e “wilayat”, ad esempio:

1.     Marahel-e akhlaq dar Qor'an, Ayatollah Javadi Amoli, pp. 279-340.

2.     Sharh-e cehel hadith, Imam Khomeini (q.s.), pp. 221-233 e 481-484.

3.     Akhlaq dar Qor'an, Mohammad Taqi Mesbah Yazdi, argomento khawf e rija'.



[1] Mohammad Dashti, traduzione del Nahj al-Balaghah, sentenza 237, pag. 678.

[2] Bihar al-Anwar, vol. 17, pag. 3.

[3] Abdollah Javadi Amoli, Marahel-e Akhlaq dar Qor'an, pp. 330-332.

[4] Sacro Corano, 2:62; 5:65.

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